Le residenze artistiche sono esperimenti di immersione e condivisione per artisti di provenienze e discipline diverse. Sono luoghi dove dedicarsi a tempo pieno al lavoro e alla ricerca per sperimentare la contaminazione, lo scambio e la creazione. Fare una residenza artistica significa vivere la ricchezza della comunità, della commistione e della mescolanza. In una parola: assembramento.

E come preservare, in un periodo di isolamento forzato, il contatto necessario allo sviluppo di un progetto di residenza cross-disciplinare?

Noi, durante la quarantena, abbiamo scelto il telefono. Non le videochat, i messaggi o le mail, ma un gesto semplice simile al contatto personale. Un gesto che richiede tempo ma che restituisce una sensazione di calore e uno scambio in tempo reale.

La residenza dei Sonic Poets, che era partita pochi giorni prima del periodo di lockdown, è stata ripensata con nuove logiche. Le prove per “Dreams”, lo spettacolo per il debutto, sono proseguite al telefono e ci hanno fatto riscoprire la portata della voce umana, il peso delle parole, la forza di un silenzio.

Da poco sono riprese le prove in loco – niente di più bello dopo le distanze imposte – con una consapevolezza nuova sul valore della comunicazione interpersonale e dei suoi accenti.