A peso morto
SITE-SPECIFIC
A PESO MORTO
Carlo Massari, fondatore della C&C Company, nel tardo pomeriggio di domenica 03 ottobre, ha ammutolito gli ospiti del festival con la sua graffiante performance site-specific.
A peso morto è un lavoro di ricerca che nasce nel 2016 e che ha avuto diversi sviluppi. È una creazione che rivede di volta in volta l’avvicinarsi a diversi luoghi nei quali io spendo le ore e i giorni per raccogliere informazioni e per carpire l’essenza di quei personaggi che questi luoghi li attraversano, dei quali sono il sapore, e che poi io provo ad impersonare. Sono figure in via d’estinzione, cioè coloro che una volta erano i re e le regine, i veri protagonisti che abitavano questi luoghi, che oggi si trovano come dei disadattati sociali, questo è a peso morto.
Così l’artista ha descritto il suo spettacolo. Il personaggio che ha inscenato, Lui, è il personaggio cardine da cui poi sono nati anche Lei e Gli Altri.
Lui ha un viso rugoso, indossa un’anonima tuta grigia e porta, una per mano, due borse per la spesa. È fermo, seduto lontano dal pubblico. La scena non è un palco, ma uno spazio vuoto delimitato dalle sedie dove gli spettatori si accomodano. Vi è come sottofondo un’allegra musica di festa di campagna, ma il personaggio trasmette tutto fuorché gioia: avanza incerto e tremolante, si avvicina ai volti delle persone che lo fissano incuriosite e suscita pietà in coloro che ricevono i suoi baci da lontano.
Inizia poi a muoversi, dopo aver posato le borse, ballando, muovendo il corpo e occupando tutto lo spazio per mandare messaggi al suo pubblico impassibile: ad un certo punto infatti volta le spalle e fa un gesto con la mano di rassegnazione e biasimo.
Verso il termine la musica cambia, si fa via via più intensa, martellante e Lui, al centro della scena, inizia a levarsi la maschera rivelando un volto giovane e folti capelli, poi via via leva anche pantaloni e felpa, posizionando tutto con cura tra le due borse abbandonate: ripete quelle stesse movenze compiute inizialmente. Il pubblico è incerto e scosso mentre si alza per abbandonare la sala.
Sicuramente l’intento di Carlo Massari e della C&C Company è stato raggiunto: “Crediamo di poter lanciare attraverso l’arte messaggi sociali, di poter creare una connessione forte tra ciò che è l’arte e la società, la cultura del presente, cosa che credo fortemente dovrebbe fare qualsiasi arte. Credo fortemente e follemente che l’arte possa ancora essere strumento di cambiamento sociale. Purtroppo con il tempo la contemporaneità ha perso questo pensiero, io credo e spero che questo possa ancora avvenire come avveniva 2000 anni fa.”
In seguito allo spettacolo l’artista ha aggiunto: “Siamo riusciti ad andare anche all’estero per fare dei periodi di ricerca, ed è stato meraviglioso come nei diversi paesi stranieri la cultura che attraversava i corpi abbia potuto trasformare anche il risultato finale, poiché secondo me l’arte deve rivolgersi a tutti e a tutte, a qualunque età, ceto sociale e di qualunque nazionalità; non credo nell’arte elitaria, credo sia assolutamente autoreferenziale e che non porti all’obiettivo che l’arte dovrebbe avere. Per me danzare vuol dire essere creatore di un linguaggio: se sappiamo parlare bene ma non sappiamo cosa esprimere non ha senso ampliare il nostro alfabeto e creare nuovi ‘esperanti’, è meglio rimanere in silenzio.”
di Emma Fabbian, Alfonso Ferrarese