Come nasce FDZ? Ci siamo chiesti come rendere la cultura accessibile a un numero sempre più ampio di persone e come spaziare tra i suoi diversi ambiti mantenendo alti livelli di qualità e innovazione. Abbiamo trasformato questa sfida in un progetto e affidato a linguaggi multidisciplinari la volontà di tradurre le nostre idee in percorsi di formazione, aggregazione e performance.
Nella complessità del presente, ci siamo ritrovati attorno alla volontà di recuperare la bellezza nascosta delle cose, quella che è lì, vicino a noi, e che spesso non riusciamo più a cogliere, il riscatto dai luoghi comuni, la possibilità di reinventare idee e situazioni, anche approdando a conclusioni inconsuete, sicuramente aperte alla diversità e al contraddittorio. Cerchiamo la comunità e attingiamo a piene mani da storie e desideri per raccontare la pluralità delle prospettive. Cerchiamo di comprendere il tempo senza aver timore di guardarlo negli occhi, di respirarne le necessità nascoste e le debolezze: i cambiamenti, le nuove destinazioni, le nuove mappe.
Così è nata FDZ: La Fabbrica dello Zucchero, una startup, ma soprattutto uno spazio per la contaminazione e la reciprocità, un polo culturale dove condividere idee, contenuti ed esperienze, terreno fertile per costruire attività e relazioni capaci di favorire lo sviluppo artistico, culturale ed economico della città e dare significato profondo all’incontro con artisti e professionisti ospiti nazionali e internazionali.