La Fabbrica dello Zucchero ha sin dalla sua nascita l’intento di essere uno spazio per la contaminazione e la reciprocità, un polo culturale dove condividere idee, contenuti ed esperienze.

Per questo motivo si è voluto dare spazio a residenze artistiche che portino una pluralità di prospettive, sempre tenendo conto del fattore multidisciplinare, indispensabile più che mai nel periodo storico che stiamo vivendo.

L’intervista

La prima residenza artistica 2020 è del progetto Sonic Poets, ne abbiamo parlato con il direttore artistico, autore e produttore Alessandro Alfonsi:

Ciao Alessandro e grazie per il tempo che ci concedi. Parlaci un po’ del tuo progetto, da cosa nasce? Qual è l’idea di fondo?

Ciao e grazie a voi per l’opportunità! Sonic Poets è frutto di una mia personale urgenza e visione e rappresenta in qualche modo una sintesi del mio percorso artistico, un percorso tutt’altro che lineare. Ho iniziato  frequentando una scuola di teatro e per alcuni anni mi sono dedicato a questo. Poi è arrivata la musica con lo studio delle percussioni africane e poi ancora lo studio del jazz e infine della composizione, che tutt’ora continua. Fatico a definirmi “compositore” perché è una parola che mi fa pensare ai grandi compositori presenti e passati, mi definirei piuttosto allora un “assemblatore di ispirazioni”. Sonic Poets nasce da tutte queste esperienze mescolate assieme e non si identifica con il gruppo di persone che lo compone né con l’attuale produzione in corso ma piuttosto con la visione che lo sostiene. Il mio sogno è che Sonic Poets possa continuare a vivere anche dopo di noi, per mezzo di altri artisti. L’idea di fondo è in parte nascosta nel nome. In italiano sarebbe Poeti sonori, un nome scelto non tanto per richiamarsi ad una pretesa aulicità o raffinatezza, quanto piuttosto a quella che per me è una caratteristica fondamentale della poesia. Sto parlando della ricerca di una propria voce, quanto più personale, unica, vera, essenziale. In un mondo artistico così ricco e vario penso sia importante cercare di esprimere qualcosa di personale, di tuo, frutto della tua esperienza. In altre parole cercare di essere veri, reali, e di non aver paura di esprimersi liberamente, di esprimere la propria sensibilità. Porsi in una competizione tecnica non ha senso ed è un vicolo cieco, ci sarà sempre qualcuno migliore di te, al tempo stesso cercare di imitare qualcun altro lascia il tempo che trova. Come diceva bene Oscar Wilde “Be yourself. Everyone else is already taken.” Ovviamente dico questo consapevole che la tradizione debba essere conosciuta e studiata e che l’influenza degli altri sia inevitabile ma ritengo sia fondamentale non accontentarsi e fare un lavoro personale.

Quali sono gli obiettivi e dove vedi Sonic Poets tra qualche anno?

L’obiettivo a breve termine è il debutto della prima produzione di Sonic Poets, ovvero dello spettacolo “Dreams”, alla Fabbrica dello Zucchero. Prima del lockdown, a febbraio, abbiamo fatto una prova aperta con alcune persone, per far ascoltare solo la parte musicale. Le reazioni sono state positive e calorose, c’era una buona atmosfera, tutti si sono dimostrati incuriositi dal nostro lavoro. Di Dreams parleremo meglio tra un po’, per il momento possiamo dire che sarà uno spettacolo, un concerto per musica e parole ed avrà la regia dell’attore e scrittore padovano Vasco Mirandola. Uso la parola “spettacolo” perché non è concepito solo come un concerto, ma proprio come uno spettacolo, fatto di una regia, di scenografie, luci e costumi. Il blocco totale ha fermato anche noi, il debutto che  doveva essere a Giugno è stato posticipato e abbiamo sfruttato questo tempo per provare con il regista le parti recitate, via telefono. Non pensavo potesse funzionare, in realtà ci è stato molto utile, sentire solo le voci escludendo il video ha addirittura reso la cosa più stimolante e ci ha ricordato quanto la voce possa essere espressiva e sufficiente a comunicare in modo efficace. Ora sono riprese le prove di recitazione con il regista e a Settembre monteremo lo spettacolo. Nel frattempo stiamo lavorando alle scenografie, ai costumi e alle luci.  Tra qualche anno mi piacerebbe vedere consolidato il progetto ed avere all’attivo un buon numero di rappresentazioni. Non nascondo che sto già pensando ad una nuova produzione dopo Dreams, vorrei vederla realizzata entro 3-4 anni. Resto largo sui tempi perché al momento le spese di produzione sono totalmente a carico mio, ma va bene così, sangue, sudore e lacrime. Trattandosi di uno spettacolo ibrido, fatto di musica, poesia e testi brevi mi piacerebbe incontrare un pubblico ugualmente misto, un po’ interessato alla musica, un po’ al teatro. La struttura generale di Dreams è quella di un concerto, e vi invito a vedere lo spettacolo per scoprire come Mirandola ci ha diretti nel mescolare musica e parole.

L’esperienza di residenza artistica con FDZ ti è stata utile? E se sì in cosa?

La residenza artistica alla Fabbrica dello Zucchero ci è stata molto utile: da un lato ci ha permesso di avere attrezzatura e spazi adatti a delle prove teatrali, dall’altro uscire dalla nostra sala prove e relazionarci con una realtà culturale come questa, ci ha stimolati a  metterci in discussione e a dare il massimo sia umanamente che professionalmente. Da subito c’è stato un continuo confronto col Direttore artistico, Claudio Ronda, che si è dimostrato sempre disponibile per qualsiasi necessità e ci ha consigliato rispetto ad alcune scelte artistiche. 

Consiglieresti a qualcuno questo tipo di esperienza?

Di certo consiglierei l’esperienza della residenza artistica perché mette in atto un processo di crescita e ti responsabilizza rispetto al lavoro che stai proponendo. C’è molto bisogno di realtà come questa che sostengano il lavoro dei giovani artisti e li mettano in relazione con  professionisti dell’industria culturale. In giro ci sono persone molto talentuose, con belle idee da proporre che non sempre hanno facile accesso alle strumentazione e ad un’adeguata formazione.  Una realtà come Fabbrica dello Zucchero può essere il posto giusto per partire. 

Grazie Alessandro, vi aspettiamo per il debutto del progetto Sonic Poets e dello spettacolo “Dreams”, non vediamo l’ora!

A chi lo dici! Grazie a voi e a presto!

Residenza dei Sonic Poets alla FDZ
Formazione: 

Camilla Ferrari, voce e recitazione; 

Annamaria Moro, violoncello; 

Gianluca Fortini, sax contralto, clarinetto e clarinetto basso; Paolo Garbin, tastiere; 

Glauco Benedetti, basso tuba e basso elettrico; 

Alessandro Alfonsi, batteria, percussioni, recitazione, composizioni e arrangiamenti.